E’ questo il titolo di un format per web, tv e social media presentato da Umbria Jazz, che vuole raccontare l’immenso patrimonio artistico e culturale del Paese Italia, attraverso gli occhi e le note di musicisti che rappresentano al meglio il momento di grazia che sta vivendo il panorama musicale jazzistico italiano. “E non ci poteva essere migliore vetrina per questa presentazione – sottolinea Umbria Jazz – che il lancio di Italiana, il nuovo portale di promozione della cultura e della lingua italiana nel mondo del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale”
Ciascun appuntamento della prima serie avrà come filo conduttore un progetto musicale e una città dell’Umbria e si svilupperà attraverso incontri con personaggi del luogo, enogastronomia, arte e storia. A fare da colonna sonora alla narrazione saranno la personalità e la creatività dei musicisti.
“Chi se non loro possono raccontare la vita con un sano tocco di sorpresa e novità, data dall’improvvisazione? Jazzlife riassume tutto questo”. Queste le parole di Michele Baggio, ideatore del format. “Musicisti internazionali e non – ha osservato – adorano venire al festival di Umbria Jazz per la sua atmosfera coinvolgente, la cucina dal non saziarsi mai e concerti a tutte le ore in luoghi storici straordinari.”
Avviandosi a festeggiare 48 anni di vita nel 2021, Umbria Jazz, con il sostegno del ministero degli Esteri, vuole dare un nuovo impulso e un nuovo punto di vista alla fruizione della musica, proponendosi ad un nuovo pubblico composto non solo da appassionati di jazz, ma anche di arte e cultura.
Le riprese sono state realizzate in quattro luoghi storici di Umbria Jazz: Perugia e Orvieto, sedi delle versioni estiva ed invernale del festival, Gubbio e Castiglione del Lago, tappe delle prime edizioni itineranti della manifestazione negli anni ’70.
Il quartetto di Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli e Dado Moroni, la Cosmic Renaissance di Gianluca Petrella e il trio di Gabriele Mirabassi si sono esibiti rispettivamente al Cassero di Porta Sant’Angelo di Perugia, all’esterno del Duomo di Orvieto, al Teatro Romano di Gubbio e alla Rocca del Leone di Castiglione del Lago.