il 13 luglio all’Arena santa Giuliana, a distanza di tre anni, e questa volta con la sua band ci sono due ospiti davvero molto speciali: Joe Lovano, uno dei più grandi sassofonisti del jazz contemporaneo e Marc Ribot, geniale chitarrista e creatore di progetti non convenzionali, tra le sue frequenti collaborazioni, John Zorn e Tom Waits.
Completano la line up Robert Hurst al basso e Karriem Riggins alla batteria
La pianista-cantante canadese, oggi una delle più famose e amate star del jazz, è stata a Perugia nell’edizione 2016, pochi mesi dopo la pubblicazione di “Wallflower”. Dopo quel disco, in un certo senso atipico per la scelta del materiale, la Krall è tornata al grande songbook americano prediletto da chiunque suoni (o canti) jazz. L’ultimo album, Love is here to stay, è una serie di duetti con Tony Bennett, icona dei crooner.
Il ritorno della Krall in Umbria è sempre un evento per il pubblico del festival, che si è innamorato del suo elegante tocco pianistico e della calda vocalità praticamente subito, testimone dei primi passi italiani di quella che era destinata a diventare una stupefacente carriera. Era il 1996 e la Krall si esibiva come resident artist in un piccolo club. Divenne presto chiaro che il jazz aveva finalmente trovato la degna erede, in chiave moderna, della figura di cantante-pianista che aveva avuto illustri precedenti come Carmen McRae, Betty Carter, Shirley Horn.
Da allora Diana Krall è stata molte altre volte a Umbria Jazz, che ha potuto così registrare le diverse tappe di una vicenda artistica che resta dopo 25 anni in piena evoluzione.