Gli omaggi ad Art Blakey e ai Jazz Messager, nel centenario della nascita di Blakey, e quello al recentemente e prematuramente scomparso Roy Hargrove, i ritorni di Dianne Reeves e Charles Lloyd.
Sono queste le note principali della programmazione più prettamente jazz del cartellone di Umbria Jazz 19, a Perugia dal 12 al 21 luglio.
Una vera e propria rassegna che si svolge nel chiuso del teatro Morlacchi e della Galleria Nazionale dell’Umbria a mezzogiorno, di pomeriggio e a tarda sera, che offre ad un pubblico più specialistico il meglio del jazz in ambienti che ne sottolineano la vocazione più impegnata ed impegnativa. Per quanto decise e caratterizzanti possano essere le “divagazioni” pop, Umbria Jazz non trascurerà mai questo lato della sua proposta artistica che ne rappresenta la storia e la ragione stessa di essere.
Ruolo importante avrà il pianoforte, con interpreti del calibro di Uri Caine, Fred Hersch, Kenny Barron e Benny Green.
Graditi ritorni per due beniamini del pubblico di UJ: Terence Blanchard con il suo personalissimo hard bop moderno ed equilibrato, senza troppe avventure ma al contrario ben inserito nel solco della classicità e per John Patitucci, tra i migliori contrabbassisti in circolazione, non solo in ambito jazz.
Attesa e curiosità per Marquis Hill, trombettista di Chicago in cui convivono brillantemente tecnica e capacità improvvisativa, Joel Ross, sempre di Chicago, star nascente del vibrafono e per il batterista Peter Erskine.
Parte importante del programma come ogni anno dedicata al jazz italiano con Enrico Rava, Paolo Fresu, Dado Moroni, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Mauro Ottolini, Giovanni Guidi.