La musica dei neri americani, dai canti degli schiavi ai Public Enemy. Il libro di Eileen Southern è un classico della musicologia e un grido di orgoglio della cultura afroamericana.
Dalle suggestive testimonianze degli esploratori europei del Seicento in Africa alla tradizione orale dei clan tribali. L’evoluzione della musica nera degli schiavi nelle colonie nordamericane tra la Guerra d’indipendenza e quella di secessione: gli inni e i salmi nelle congregazioni religiose, le canzoni dei soldati e quelle contro la schiavitù, la musica urbana del primo Ottocento e i canti di lavoro nelle piantagioni che diedero origine agli spiritual; l’esplosione del ragtime e delle commedie musicali dopo la Grande guerra, le prime registrazioni discografiche, la nascita del blues e del jazz, l’intensa vita musicale di Harlem, la rivoluzione del bebop, ma anche le incursioni di artisti di colore nell’opera e nella musica classica per finire con le influenze sul rock’n’roll, la storia della mitica etichetta Motown, il rhythm & blues e la black music di stampo pop.
Nel commovente libro che parte da lontano e cioè dal XVII secolo, dall’inizio degli sbarchi di africani nelle colonie e arriva a fine 1900, si ha l’impressione che l’autrice, abbia fortemente voluto gridare al mondo il dolore del popolo dei neri d’America, discendenti degli schiavi importati dall’Africa, un popolo che ha contribuito in maniera indelebile alla nascita ed allo sviluppo della musica moderna.
Le quattro parti in cui è suddiviso il libro rendono già l’idea dei contenuti:
1) Canti di una terra straniera 1619-1775
2) Libera la mia gente 1776-1865
3) Blow ye the trumpet (Suonate la tromba) 1865-1919
4) Lift every voice (Che si alzi ogni voce) 1920-1996.
Il libro La musica dei neri americani è accompagnato da numerose trascrizioni musicali e immagini che rendono il testo più lieve nella lettura delle oltre 600 pagine ed è completo di note, bibliografia e discografia consigliata.